Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
vae victis! | 85 |
Un languore mortale come di deliquio colse Luisa: le parve di sentire sollevarsi il pavimento, poi affondarsi e crollare sotto di lei.
Ora Von Wedel aiutava il capitano a togliersi la tunica, traendogli il braccio sinistro dalla manica con molte precauzioni.
«Dice che è ferito,» susurrò Mirella.
«Ma che è cosa da nulla,» soggiunse Chérie; «una scalfittura al braccio...»
Difatti il capitano Fischer, tolta la tunica, stava rimboccando con molto riguardo la manica della camicia, scoprendo l’avambraccio piagato e sanguinante. Anche Von Wedel si chinò a guardare la ferita scotendo il capo con aria di grave inquietudine.
Il capitano guardò di sott’occhio Luisa e le fece cenno col dito di avvicinarsi.
«Gnädige.... venga qui, per favore.»
Luisa cogli occhi stralunati e la faccia terrea obbedì.
«Vostro marito è medico, non è vero? Avrete dunque in casa qualche antisettico.... del lisoformio? Del sublimato?....»
Luisa fece cenno di sì.
«Allora portatemene, ve ne prego. E un po’ d’acqua, bollita, se ce n’è.»
Luisa si volse senza parlare e lasciò la stanza.