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vae victis! 75

No; probabilmente per la capitale. «Ma,» soggiunse il giovane ufficiale, lanciando una fuggevole occhiata alle tre donne, «sarà facile accertarsene.»

«Bene. E c’era un nostro incaricato qui?» chiese il capitano.

«Sì. Un certo Fritz Müller di Löhrrach.» Chérie fremette e strinse più forte la mano di Luisa.

«Dov’è questo Müller?» domandò il capitano guardandosi intorno.

«È giù.... dabbasso: quel domestico,» spiegò il tenente, «che ci aprì la porta».

«Incaricatelo dei biglietti d’alloggio;» ordinò il capitano. «Si provveda per 125 uomini. Quanto a noi —» prese di mano al giovane la carta e la rigirò per guardare il piano della casa disegnato a tergo del foglio — «vediamo un po’... Tre stanze a questo piano... quattro di sopra.... Glotz!» disse, volgendosi all’altro ufficiale, un sottotenente giovanissimo che gli stava dietro, muto e impalato — «Lei venga con me. E porti due uomini.»

Glotz salutò rigido.

Il capitano gettò un’occhiata su Luisa e Chérie. «Von Wedel» — l’ufficiale dagli occhi chiari si mise sull’attenti — «tu starai qui.»