Pagina:Vivanti - Vae Victis, Milano, Quintieri, 1917.djvu/85


vae victis! 73

«Tiens, tiens, tiens!» fece l’ufficiale squadrando le tre figure femminili da capo a piedi, dalle chiome lucenti alle scarpette eleganti.

«Che quadro delizioso!» — e i suoi occhi sorridevano. «Si direbbe che vi siete fatte belle per riceverci?» Il suo francese era perfetto; il tono, benchè lievemente sprezzante, non era nè rude nè scortese; i suoi occhi azzurri erano intelligenti e un po’ canzonatori. A dir vero non sembrava una «jena infernale,» nè evocava l’idea di violenza, d’oltraggio o di strage.

Nell’anima di Luisa una reazione improvvisa successe alla tensione suprema di terrore. Le parve di fondersi e svanire in un’onda ineffabile di conforto e di speranza; e il sangue agghiacciato le rifluì con un caldo palpito nel cuore.

Frattanto l’ufficiale si era rivolto agli uomini immobili dietro di lui — due di questi parevano ufficiali di grado inferiore, gli altri otto o dieci erano semplici soldati — e diede loro un breve aspro comando in tedesco. Tutti salutarono, rigidi; mentre i due ufficiali facevano un passo avanti e si ponevano a lato del loro superiore. Uno di costoro — un giovane alto, dagli occhi chiarissimi — teneva un foglio di carta in mano.