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vae victis! 71

Con un grido Luisa afferrò Mirella e si slanciò fuori dalla stanza.

Chérie le seguì scendendo a precipizio le scale. Ma un’altra esplosione le arrestò, folli di panico, sul pianerottolo. La casa tremava, i vetri della scala cadevano in mille frantumi intorno a loro.

Pazze di terrore si rifugiarono nella sala d’entrata.


Passarono ore, od istanti?... Non lo seppero mai.

A un tratto sopra l’assordante baccano percepirono altri suoni. Erano voci — voci forti e rauche — giù, nella strada. Un frastuono di grida, di comandi secchi e gutturali, un clicchettìo di sciabole e speroni.

«Lasciami — voglio guardar fuori,» ansò Chérie, svincolandosi dalla stretta convulsa di Luisa. E corse, barcollando alla finestra....

Indi volse a Luisa un volto stralunato.

«Eccoli. Sono qui!»

Mirella cacciò un urlo che si perdette nello strepito crescente, e Luisa levò le mani al cielo.

«È la morte — la morte» gemette, e strinse tra le braccia la piangente Mirella.

«Taci! Taci!» susurrò Chérie. «Forse non entreranno. Il portone è chiuso...» Ma pur men-