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vae victis! 59

dire a quelle bimbe?... Devo avvisarle del pericolo che ci sovrasta?»

«Subito — ma subito!» gridò Florian; «e mandatele a casa immediatamente.»

«Mio Dio! Mio Dio! Pietà di noi!» singhiozzò Luisa. «E Mirella — cosa farà? Avrà paura — piangerà...»

«Ma no, ma no. La piccola Mirella è coraggiosa più di noi,» disse Florian. Poi, come Luisa singhiozzava ancora andò da lei e le mise il braccio attorno alle esili spalle. «Su! coraggio, mia piccola madrina,» e si piegò sopra di lei con tenerezza fraterna a baciarle la guancia pallida.

Luisa, singhiozzando, uscì.

Florian rimase solo per pochi istanti. Udì che il canto di sopra si arrestò improvvisamente. Indi dei passi rapidi e leggeri scesero correndo le scale. La porta s’aprì e Chérie apparve sul limitare.

Florian indietreggiò, e gli si fermò il respiro. Ma come! Questa visione d’incanto, questa pura bellezza nei bianchi, ondeggianti drappeggi — era Chérie? la sua piccola amica Chérie? Ma come, come mai si era essa così trasformata dalla bambinetta scontrosa ch’egli aveva sempre conosciuta, in questa eterea beltà floreale?...