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56 | annie vivanti |
rian a denti stretti. «Significa violenza, strage e devastazione.»
Luisa fu presa da un tremito convulso e si lasciò cadere su una seggiola. Florian girò su e giù per la stanza. «Teniamo ancora Visé,» mormorò soffermandosi. «Lo teniamo contro Von Emmich e le sue jene infernali!... E quando non potremo più tenerlo faremo saltare il ponte della Mosa.»
Luisa ebbe un singulto; poi alzò gli occhi — i grandi occhi che parevano macchie d’inchiostro nella faccia scolorita. «Florian! Credi — credi possibile che.... costoro vengano qui?»
«Tutto è possibile,» gemette Florian, «sì, sì! Anche questo è possibile.» E guardando la fragile figura davanti a sè e pensandola qui sola con Chérie e Mirella, uno spàsimo gli attraversò il viso.
«Ma tu resterai con noi!» esclamò Luisa, e il suo sguardo si appoggiò sulla gagliarda figura e sul maschio volto del giovane. «Quanto tempo potrai restar qui?»
Florian dette in un’amara risata. «Quaranta minuti,» disse. E vi fu un nuovo tragico silenzio.
Finalmente Florian si scosse. «Che ne è di quell’Olandese — quel domestico fidato di Claudio? Dov’è?»