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42 | annie vivanti |
si comportano così male. Per quanto neutrali si sia, non si può a meno d’essere disgustati di loro.
Credo che anche Frida si vergognasse oggi a tavola, quando Lulù lesse ad alta voce ciò che la Germania ha osato di fare. Figurarsi che i tedeschi si sono permessi di mandare una nota al nostro re proponendo — nientemeno! — ch’egli li lasciasse passare attraverso al nostro paese per arrivare alla Francia! Che insolenza!
Naturalmente il re ha risposto: — No! —
Siamo tutti usciti questo pomeriggio per recarci al piazzale della chiesa ad acclamare il nostro adorato sovrano. È venuto Andrea a dirci che tutta Bomal vi accorreva; difatti è stata una bellissima dimostrazione. Eravamo tutti entusiasti. Il Borgomastro fece un gran discorso, poi cantammo la Brabançonne; ed infine Monsieur le Curè invocò la benedizione del cielo sul nostro paese e sul nostro re.
Tutti sventolavano i fazzoletti e c’era anche chi piangeva. Era accorso tutto il paese — non mancava nessuno. Solo Frida non volle venire con noi; si tappò in casa vergognandosi, certo, di essere tedesca. C’era anche Fritz; anzi Marietta osservò ch’egli era veramente l’unico giovinetto rimasto in Bomal. È vero. Tutti gli al-