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40 | annie vivanti |
Ebbene, in quel giorno del mio ottavo compleanno, poichè non facevo che piangere e singhiozzare, mio fratello Claudio ebbe l’idea di mandare a prendere Florian, ch’è suo figlioccio, pregandolo di provarsi a fare amicizia con me. Ricordo, come oggi, Florian al suo entrare in questa camera — proprio qui, in questa camera d’ingresso dove ora sto scrivendo. — Mi par di rivederlo, un ragazzo quattordicenne, alto, coi capelli ricci e gli occhi di un azzurro d’acciaio; mi sembra che assomigliasse un poco ad Andrea; ma più in bello!
Era ciò che Lulù chiama: «un petit type très-crâne.»
«Bonjour,» mi diss’egli nella sua voce chiara e risoluta. «Io mi chiamo Florian. Detesto le ragazze.» Mi parve strano che mi dicesse questo, e smisi di piangere per dare in una risatina. «Già,» continuò Florian guardandomi con aria di disapprovazione, «le ragazze — o stanno sempre a piagnucolare, o allora ridono come tante oche.»
Io cessai subito di ridere; e smisi poi anche di piagnucolare per non essere detestata da Florian.
.... Questi ricordi mi passavano per la mente oggi mentre lo guardavo; egli si chinava verso