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«Che cosa vuoi fare?» chiese con infinita amarezza Luisa.

Chérie si chinò sul piccino. «Non so. Vorrei che ci potessimo nascondere, il bambino ed io; nascondere dove nessuno mai ci potesse trovare.»

Luisa non rispose. Sedette, volgendo altrove il capo, cercando di non essere spietata, lottando contro quel senso di feroce, implacabile rancore di cui ella stessa era la prima a soffrire.

«Mirella verrà qui!» ripetè Chérie sommessa. «E quando vedrà il bambino — che cosa dirà?»

Luisa alzò il capo con un singulto di selvaggio dolore. «Ah, non dirà nulla, povera Mirella! Non dirà nulla.»

No! No! qualunque cosa accadesse, Mirella — quel folletto un tempo così allegro e chiacchierino — non direbbe nulla. Vedrebbe Chérie con un bambino tra le braccia, e non direbbe nulla. Vedrebbe sua madre inginocchiata davanti a lei implorando una parola — e non direbbe nulla.

Vedrebbe tornare suo padre dalle trincee — ed ella resterebbe muta. O forse, egli non tornerebbe più, ed alla notizia della sua morte ella non schiuderebbe il labbro.

Quest’altro bambino, questo intruso, questo