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vae victis! | 299 |
zione di gioia nel riconoscerle, ma la madre la prese bruscamente pel braccio e svoltò con lei in una via laterale. Incontrarono quattro soldati tedeschi che fumavano e parlavano ad alta voce tra di loro; questi si fermarono a guardare con curiosità l’infermiera della Croce Rossa americana; poi guardarono Luisa; poi Chérie, col suo bambino in braccio.
Uno di loro fece un’osservazione e gli altri dettero in una grande risata. Si fermarono tutt’e quattro in mezzo alla strada a guardare le tre donne, e quello che pel primo aveva parlato, fece con la mano un gesto di saluto a Chérie.
«Was haben wir da? Ein Vaterlandskindlein, gewiss!»
E gettò un bacio al piccino.
Tre o quattro monelli che correvano dietro ai soldati beffeggiandoli e imitando la loro andatura arrogante, videro quel gesto e l’interpretarono colla malizia che caratterizza il monello d’ogni paese. Anch’essi si misero ironicamente a gettare baci a Chérie e al bambino, gridando: «Petit boche, quoi?... Fi donc le petit Prussien!»
Chérie tremava come una foglia.
Un uomo che passava, zoppo e non più giovane, comprese la situazione e rincorse i ragazzi