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vae victis! 297

«Ve ne supplico, non mi chiedete questo,» mormorò Chérie.

«Lo chiedo,» disse Mary gravemente; «e voi non me lo potete rifiutare. Non vi ho forse dato molti giorni e molte notti di veglia e di cura? E molto affetto e molta tenerezza? Ebbene, questo è l’unico compenso che io vi chiederò.» Si avvicinò ancor più a Chérie e la circondò col braccio. «Ma non capite, cara, che prima o poi, oggi o domani, dovrete pur decidervi a questo passo che tanto vi spaventa? Non vorrete già chiudervi per sempre fra queste quattro mura, voi e il vostro bambino! Su dunque, prendete il vostro coraggio a due mani e venite fuori ad affrontare il mondo! Oggi — immediatamente — mentre ancora io sono con voi.»

Chérie esitava, pallida e titubante. D’un tratto si volse a Luisa:

«Tu — tu usciresti con me?»

Vi era tanta umiltà, tanta angoscia in quella domanda che Luisa ne fu tocca.

«Ma certo, cara,» rispose. «Corri, corri a vestirti.»

A quella risposta il cuore di Chérie ebbe un palpito di gioia. Afferrò la mano di Luisa e la baciò; poi corse rapida nella sua camera.

Indossò il modesto vestito nero che aveva por-