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290 annie vivanti

nel cuor della notte. Entrano e frugano da per tutto; portano via i nostri denari; leggono le nostre lettere; ci comandano, consultano a piacer loro. A noi non è lecito nè parlare, nè pensare, nè esistere senza il loro consenso e la loro approvazione. Viviamo sotto la minaccia perenne della prigione o della deportazione. E abbiamo fame... si, abbiamo anche fame! Ah! perchè, perchè non ho avuto il coraggio di partire anch’io? Potevo rifugiarmi con Cecilia in Inghilterra....»

«Era forse meglio,» disse Luisa a bassa voce.

«Che vuoi? Non ho osato abbandonare i miei morti.... E poi mi sentivo così vecchia, così vecchia e spaventata... Ed ora eccomi qui rinchiusa nel Belgio come in un carcere — e Cecilia è lontana e sola!»

Invano Luisa tentò confortarla con parole soavi e tenere carezze. La vecchia donna era colpita al cuore e desolata. Il solo fatto che Luisa, quando era in Inghilterra, non aveva veduto Cecilia nè avuto nuove di lei, le empiva l’animo di sgomento. Chissà che ne era di Cecilia in quel lontano paese, tra quella gente straniera!

«Non temete per lei,» la confortò Luisa. «Non le accadrà alcun male. Gli inglesi sono brava gente.» E, mentre lo diceva, un improv-