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286 annie vivanti

da sette giorni e, a dir vero, non vi aveva trovato gran che da rallegrarsi; Vi era molto trambusto e canto, poco nutrimento e parecchi dolori di qua e di là.

«Questa è la vita!» gli disse la cicogna che stava ancora sul tetto, ritta su una gamba sola, a riposarsi dal viaggio. «Potevi stare dov’eri!»

«Non si potrebbe tornar via?» pianse il piccino. «Si stava assai bene nell’azzurra landa dell’inesistenza, sdraiati nel calice d’un fiore di loto.»

La cicogna si strinse nelle ali e si pettinò le piume col becco. «Abbi pazienza. La vita dura poco.»

«Quanto tempo dura?» chiese il bambino umano, un poco inquieto.

«Meno di cent’anni,» rispose la cicogna.

Allora il bambino pianse più di prima. «Ma come? Ma perchè dura così poco?»

«Ah, questa stolta, illogica umanità, quanto la disprezzo,» disse la cicogna; e volò via.


Erano arrivate a Bomal dieci giorni prima, Luisa, Chérie e Mirella, dopo un viaggio terribile traverso l’Olanda e le Fiandre. Alla stazione di Liegi Chérie stava così male da muove-