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274 annie vivanti

darlo a quell’inferno di Wittemberg, tanto valeva —»

«Già. Povero diavolo,» mormorò l’altro.

«Senti un po’» esclamò il biondo poeta, «e se gli lasciassimo una via di scampo? Perchè non abbandonarlo al caso?... Affidarlo al capriccio della sorte?...


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Florian non seppe mai in qual modo e per quali circostanze egli venne a trovarsi sdraiato su una coperta da campo in una cascina per metà demolita. Alzando il capo indolenzito per guardarsi intorno vide accanto a sè, per terra, una scodella di latte, una pagnotta e del cognac. Vi era anche un pacchetto di sigarette, qualche fiammifero ed una tavoletta di cioccolatta. Bevve avidamente il latte, ingoiò un sorso di cognac e si levò in piedi. Traballava e aveva la vista torbida; una terribile vertigine gli dava nausea allo stomaco; tuttavia potè reggersi in piedi e stette così ritto qualche istante appoggiandosi con una mano al muro calcinato. E tutt’a un tratto si avvide di essere completamente nudo. Intorno a sè non una traccia d’indumento, non una vestigia della sua uniforme. Nulla.