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vae victis! 15


«Cosa vuoi dire? Allora mandatene un’altra», disse Chérie. Ma Ostenda aveva tolto la comunicazione e Chérie se ne tornò mortificata e attonita a Villa Esther, dove Frida con aria fosca, e Mirella piagnucolante, l’aspettavano sedute sui bauli nella stretta anticamera di Madame Guillaume.

«Non c’è carrozza», annunzio Chérie.

«Non c’è carrozza?» esclamò Frida.

«E perchè no?» chiese Mirella.

«Ma... non so; ne hanno fatto qualche cosa....» rispose incerta Chérie. «Non ho capito bene. «È stata restituita.... o ripulita, o che so io».

A mezzogiorno la buona Madame Guillaume trovò un facchino che caricò i bagagli su una carretta a mano e li trasportò alla stazione del tram di Westende. E il tram portò le viaggiatrici, e il bagaglio, e Amour nella sua cesta, ad Ostenda, dove un altro facchino con un’altra carretta a mano prese bagagli e cesta e li portò alla stazione ferroviaria.

Videro subito che Ostenda aveva un aspetto strano e nuovo. Le strade erano affollate, ma non dalla solita folla di languide demi-mondaines ed oziosi viveurs. No; le strade erano piene di gente affaccendata, di soldati a piedi e a ca-