Pagina:Vivanti - Vae Victis, Milano, Quintieri, 1917.djvu/262

250 annie vivanti

seduta sulla poltrona di Lord Wellington e aveva bevuto il caffè nella storica camera da letto di quel grande generale. Chérie doveva narrarle la loro vita a Bomal; la breve vacanza a Westende, dove imparavano ad andare in bicicletta sulla sabbia, sotto la direzione dell’uomo-scimmia.... E qui i racconti di Chérie si fermavano.

Liliana coi suoi occhi chiusi e il viso intento sempre alzato verso il cielo come alla ricerca della luce, ascoltava; e la dolce espressione del piccolo viso estatico faceva quasi mancare la voce a Chérie, e le riempiva gli occhi di pianto.


Un giorno arrivò una lettera da Claudio; egli scriveva d’essere quasi guarito della sua ferita; stava dunque per lasciare l’ospedale di Dunkerk per tornare nel Belgio, alle retrovie. Egli mandava il suo pensiero e la sua benedizione a Luisa, alla piccola Mirella, a Chérie.

Si sarebbero ritrovati tutti insieme nei bei giorni che presto sarebbero tornati. Chiedeva se avessero notizie di Florian; egli stesso non ne riceveva da gran tempo; l’ultima era stata una cartolina mandata dalle trincee di Loos....

E in quello stesso giorno — era un grigio pomeriggio di Dicembre e nevicava — Luisa, uscita dall’ombra della Vallata della Morte ven-