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238 | annie vivanti |
mi piace,» ella osservò pensosa. «Per esempio, le donne inglesi — non è che non mi piacciano... ma non le capisco. Sembrano — come dire? — così rigide, così aride d’anima....» Aveva staccato un ramoscello di bacche invernali e con esso giocherellava distratta camminando accanto a lui. «Pare sempre che abbiano paura di essere troppo espansive o troppo cortesi.»
«È forse vero,» riflettè Giorgio.
«Appena arrivate qui, vostra sorella ce ne parlò per metterci sull’avvisato. — Guardatevi bene — disse — dal far vedere ad una donna inglese che avete della simpatia per lei. Qui non si usa; e sareste fraintese.»
«Perfettamente,» osservò Giorgio. «A noi non piacciono le effusioni esagerate. Se siete molto amabile si pensa subito che avete bisogno di qualche cosa; che state per chiedere denari o qualche altro favore.»
«Che strana idea!» esclamò Chérie.
«Eppure è così. Dovreste vedere mia madre com’è squisitamente villana colla gente che incontra per la prima volta! È questo il segreto dei suoi grandi successi in società.»
Chérie rise. Giorgio, dopo un momento di silenzio, parlò esitante:
«E.... e gli uomini di questo paese? Vi piacciono poco anche quelli?»