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vae victis! | 229 |
potevasi dire che aveva concepito senza peccato.
Luisa seguitò il suo cammino per la viottola ormai immersa nell’ombra.
La sua gioia celava il volto davanti al dolore che doveva recare a Chérie, alla ferita che doveva infliggere a quell’anima innocente.
Ma ben presto ripensando al messaggio di conforto e di speranza che al tempo stesso poteva recarle, la gioia si ridestò cantando nel suo cuore.
Ed eccole — eccole al cancello le due dilette figure aspettanti! La più alta cingeva col braccio la più piccina, e Luisa corse loro incontro, agile, colle braccia tese.
«Luisa!» esclamò Chérie, «dove sei stata? E come sei raggiante! Anche nel buio e da lontano ho visto il tuo sorriso!»
Luisa le baciò le fresche guancie, prese nella sua la manina fredda di Mirella, e si avviò tra loro verso casa. Ah, come brillavano allegre le finestre illuminate! Come placido e sicuro era questo loro asilo! Come generosi i cuori che le ospitavano! Come lieta, dolce e bella era la vita!