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210 | annie vivanti |
«Cieca!» ripetè. E chinando improvvisa il viso tra le mani scoppiò in pianto.
Il cuore della signora Yule fremette; i suoi occhi materni avevano notato subito l’aspetto affranto, la linea rivelatrice di quella mesta figura. Le si accostò rapidamente e le prese ambo le mani.
«Suvvia, cara! Venga, venga qui accanto al fuoco. Vuole togliersi il cappello? Sa... questo clima inglese... fa proprio male a chi non vi è abituato,» mormorava la soave donna con quella specie di timidezza che gli anglo-sassoni provano sempre di fronte all’emozione altrui. Anche i due uomini avevano voltate le spalle e discorrevano tra loro vicino alla finestra.
La signora Yule strinse fra le sue quelle mani inguantate di nero. Che cosa conta, pensava, se quello scoppio di pianto fu provocato dalle condizioni di salute di quest’infelice, dai suoi nervi sovreccitati, o da qualche suo proprio intimo dolore?... Il fatto restava ch’essa era scoppiata in lacrime alla notizia della sventura di Mary. L’anima della signora Yule ne fu tocca. Nè mai più lo scordò.
Sedette accanto a Luisa e le parlò in francese affettuosamente:
«Voi siete belga, cara signora? Pensate che