Pagina:Vivanti - Vae Victis, Milano, Quintieri, 1917.djvu/218

206 annie vivanti

La signora sedette e tacque. Portava dei guanti di filo nero e stringeva nervosamente tra le mani un fazzoletto, girandolo e rigirandolo fino a ridurlo una pallottola sgualcita. L’amabile ministro protestante, col capo leggermente piegato sull’omero, attese che parlasse. Ma poichè perdurava il silenzio si decise a chiederle in francese:

«Ella sta qui a Maylands? In casa della signora Whitaker, se non erro? Mi pare di averla incontrata talvolta con due giovanette....»

«Sì; mia figlia e mia cognata.» La donna parlava così piano ch’egli dovette piegarsi in avanti per afferrarne le parole.

«Già, già, perfettamente.» Il vicario riunì insieme le punte delle dita, poi le scostò, poi le picchiettò lievemente insieme aspettando ulteriori schiarimenti. Ma la signora taceva ed egli si decise ad interrogarla.

«Posso chiederle il suo nome?»

«Luisa Brandès.»

«Ah, perfettamente. Già.» Un altro silenzio. «E.... il di Lei consorte?» Il viso del Reverendo già si atteggiava ad un’espressione di condoglianza.

«È in un ospedale a Dunkerk — ferito.»

Il Vicario scosse la bella testa grigia. «Triste,