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vae victis! 189

lui. «Non si muore — » poi s’interruppe e tacque.

«Ma cosa c’è? Si tratta forse di Mirella? Ha qualche cosa di grave Mirella?» chiesi tremando.

«Ora parliamo di voi, non di Mirella,» ribattè il dottore e la sua voce mi parve quasi severa. E aspettò un poco ch’io parlassi, ma io non sapevo che cosa dire. Finalmente dopo aver tossito con aria impacciata riprese: «Mia povera, cara figliola. Io sono vecchio.... sono padre....» E di nuovo s’interruppe come se stentasse ad esprimersi. «Conosco tutte le miserie e tutte le tristezze della vita. Potete confidarvi in me.»

«Oh! grazie!» risposi. «Lo so. Lo credo.»

Vi fu un altro lungo silenzio. Pareva sempre ch’egli aspettasse.

Infine si alzò e il suo volto mi parve singolarmente freddo e austero.

«Forse preferite parlare colla signora Whitaker?...»

«Ma no, ma perchè?» feci io trasognata.

Ed eccolo di nuovo a fissarmi con quell’aria d’aspettativa, mentre io guardavo lui, attonita e imbambolata.

A un tratto prese i guanti e il cappello. «Ebbene, signorina, io non posso forzare le vostre