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vae victis! 175


Poi.... Aspetta! — Aspetta! lasciate che ricordi!... poi prende una delle cinture di cuoio rimaste sulla poltrona e con quella attacca la bambina alla ringhiera — a quella breve ringhiera di ferro che conduce al primo pianerottolo. Ecco, sì. — Lo vedo che la trascina e la solleva su per quei quattro gradini; butta via con un calcio il vaso da fiori cinese ch’è sull’ultimo scalino, per avvicinarsi meglio alla ringhiera... e vi attacca colla cintura di cuoio la bambina... Ah! quel piccolo viso folle che si volge verso di me! Ah, quelle braccia legate!...

Sento ch’egli dice in tedesco — e ride, e ride — «Da bleibst du... und schaust zu!» La ucciderà? Mio Dio! La ucciderà? No. Ripete ancora: «Starai a vedere — starai a vedere!»

Che cosa vuol fare? Vuole uccidere me? Uccidermi sotto agli occhi della bimba?...

Adesso mi si avvicina.... Ancora la nebbia bianca.... la nebbia bianca mi cala sul cervello! Vedo l’altro ufficiale, quello che aveva tentato di spingermi verso la porta — Glotz! Sì! si chiamava Glotz! — ebbene, lo vedo gettarglisi contro, afferrarlo per le braccia e cercare di fermarlo, di trattenerlo lontano da me.... Allora mi slancio in soccorso di Mirella, cerco di slegarla, di strapparla di lì, di liberarla.... Non