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174 | annie vivanti |
una creatura impazzita; ma l’uomo dagli occhi chiari l’afferra per i polsi e ride.
Quell’altro — uno degli altri, non so quanti siano — uno che aveva i capelli rossi ed aveva declamato non so che cosa in tedesco, si sdraia sul divano e s’addormenta.
Ma un altro ancora — ricordo che aveva una faccia tonda, ricordo che gli altri lo insultavano ed imprecavano contro di lui — mi si avvicina e mi susurra qualche cosa all’orecchio. Non ho paura di lui.... so che cerca di aiutarmi. Ma mi sento così male, la testa mi gira a tal punto che non capisco ciò che mi dice. Egli mi spinge verso l’uscio, e mi dice in tedesco: «Geh! Geh! Mach dass du fort kommst!» E ancora mi spinge, gridandomi: «Ma vattene dunque! Corri — la porta è aperta!»
Ma io mi volgo per vedere cosa fanno a Mirella.
La vedo che tiene in mano un bicchiere rotto e tenta colpirne in viso l’ufficiale alto, mirando a quegli occhi chiari, quasi volesse acciecarli. Egli ha un po’ di sangue sulla gota e sul mento, ma ride ancora — ride. Ora si china e afferra la mia sciarpa celeste ch’è caduta in terra; prende Mirella e colla sciarpa le lega le braccia dietro la schiena, e l’avvolge, l’avvolge tutta finchè ella non può più muoversi....