Pagina:Vivanti - Vae Victis, Milano, Quintieri, 1917.djvu/185


vae victis! 173


Luisa piange. Uno di loro è ferito — vedo il sangue sul cotone inumidito che Luisa gli ravvolge intorno al braccio... e adesso — mio Dio! — torna la confusione nella mia mente, scende quella nube bianca sul mio cervello....

Santa Vergine, sollevatela! Toglietela! e fatemi ricordare!

Due di quegli uomini mi sono vicini, mi soffiano in viso il fumo delle loro sigarette; vogliono ch’io beva nei loro bicchieri.... Io piango....

Non voglio. E loro mi forzano... minacciano non so che cosa... Eins, zwei, drei!...

Gli occhi chiari dell’uno sono vicinissimi ai miei.... minacciosi, impellenti.

Ho paura — e bevo.

Essi cantano, ridono, e uno di qua, uno di là mi fanno bere, e bere ancora — dello champagne freddo e spumante, del cognac che brucia come il fuoco — finchè mi vengono tali vertigini che sento il pavimento ondeggiare sotto i miei piedi....

Piango e piango, e chiamo Luisa; ma ella non è più nella stanza.

Vedo Mirella appiattata in un angolo che mi fissa, bianca in viso, terrorizzata.

«Mirella! Mirella!» le grido ed ella dà un balzo e si slancia verso di me, strillando come