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vae victis! 171

e preciso — come un alto-rilievo scolpito nel mio cervello — io lo veggo ritto in sella laggiù in fondo alla strada. Si volge, mi saluta colla mano....

Sparisce. Io resto sulla terrazza, sola. Riveggo ai miei piedi la fila dei nostri vasi di garofani rossi; e le due piante di grandi margherite che sembrano così stranamente bianche nella verdognola luce del crepuscolo; sento ancora nell’aria il fine profumo dei garofani.

Io sono lì nella mia veste di velo bianco, e sulle spalle ho la sciarpa di seta celeste regalatami quella mattina da Luisa.... Ma ecco la voce gioconda di Mirella che mi chiama! Vengono tutte correndo a cercarmi — Lucilla e Cricri, Verveine, Cecilia e Jeannette....

Poi, d’un tratto — il cannone! Ah, quel primo rombo lontano!...

Le ragazze sono fuggite pallide e tremanti alle loro case. E noi restiamo sole, Luisa, Mirella ed io — sole, perchè Frida e Fritz —

Aspetta! Che cosa mi ricordo di Fritz? Che egli apre la porta al nemico —? no; non è quello. E’ un’altra cosa... una cosa che mi spaventa ancora di più — ma non so che cosa sia. Mi pare di vedere Fritz che ride....

È strano che sempre quando ricordo Fritz,