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vae victis! 167

subito per andarlo a trovare. Era facile ottenere il permesso, e Claudio le ha anche mandato i denari per il viaggio. Invece no; Luisa non ci pensa neppure. Anzi piange e si dispera ogni volta che gliene parlo.

Di notte poi non dorme mai.

Siamo vicine di stanza e quando mi accade di svegliarmi nella notte, la sento di là che piange, o che prega a bassa voce, o che cammina in su e in giù.

Oggi le ho chiesto perchè, perchè non vuole andare a vedere il povero Claudio? Ah! al suo posto, se sapessi dov’è Florian — chi mai mi tratterrebbe dal raggiungerlo?...

Ma ella scuote il capo, e piange, e il suo viso è pieno di terrore.

Le ho chiesto se è a causa di Mirella che gliene manca il coraggio. «Hai forse paura di dovergli dire che la povera piccina non parla più?»

«Sì, sì, sì,» singhiozza lei. «Ho paura, ho paura di dirgli ciò che è accaduto per ridurla così.»

«Ma lo sa pure, cara,» insisto «che i nemici vennero a Bomal; lo sa pure che saccheggiarono la nostra casa; che uccisero il vecchio parroco ed il povero Andrea...»

«Sì, questo lo sa;» mi risponde Luisa cogli