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vae victis! 159

fra i denti, le narici frementi, ella si tenne rigida e dritta, cogli occhi fissi sul palcoscenico, ma le sue spalle susultavano, e le lagrime le scorrevano pel viso.

Certo Madame Mellon vide quelle due colpevoli in prima fila; ma ne distolse con disprezzo lo sguardo. Il suo canto si fece più forte, più impetuoso e più stonato. Le sue note si libravano crescenti di un semitono, in strida selvaggie sommergendo il timido accompagnamento del povero signor Mellon che arpeggiava querulo tre battute dietro di lei.

Gli altri profughi accorgendosi che Chérie e Luisa ridevano si volsero a guardarle; i ragazzi Pitou cominciarono a ridacchiare, ma furono rapidamente ricondotti alla serietà da qualche ben assestato pizzicotto materno.

Il numero che seguiva era una danza; una specie di danza di Salomé — modificata e moderata per uso inglese — ed eseguita da Miss Tilly Prim.

Quando Miss Prim mise fuori dalle quinte pudicamente i piedi e le gambe nude, e s’avanzò angolosa e arridente negli scarsi drappeggi, anche la signora Pitou fu presa da un irrefrenabile parossismo di risa, e dovette lasciare che i piccoli Pitou si torcessero dall’allegria, mentre