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158 annie vivanti

nare tre battute d’introduzione, si confuse, perse il segno, andò avanti un poco brancolando mollemente tra gli accordi sbagliati — poi si fermò e volse alla moglie un viso sbalordito.

Seguì una breve discussione a bassa voce, ciascuno rimproverando l’altro d’aver sbagliato — ella chiedendogli perchè non andava avanti, e lui spiegando che lei avrebbe dovuto aspettare ancora quattro battute.

Ricominciarono. E per la seconda volta Madame Mellon informò il suo uditorio che l’amore è un misterioso augello.

Con impeto latino, con molto ansar del seno e fiammeggiar delle pupille, ella dichiarò con selvaggia noncuranza:


«Se tu non m’ami — ebben io t’amo!»


e le parole: «E se mai t’amo dêi tremar per te!» sembrarono acquistare sulle sue labbra un significato di minaccia nuova e temibile.

E ancora una volta Chérie che aveva ascoltato seria e composta le prime battute, fu presa da un accesso d’irrefrenabile ilarità, e dovette nascondere il viso fra le mani, scossa da uno spasmodico accesso di riso.

Luisa guardò Chérie; poi guardò Madame Mellon; ed ecco che lei pure fu colta da una voglia di ridere quasi isterica. Le labbra serrate