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156 | annie vivanti |
il collo, colle sottili spalle sussultanti, mentre Luisa le dava bruscamente di gomito susurrando: «Sta ferma!... Non ridere!... Non ridere, che ti guarda!»
Difatti Giorgio uscendo di sotto il pianoforte vide subito quella figuretta scossa dalle risa in prima fila; e le mani gli divennero più umide e la gola più secca.
Finalmente il Reverendo Smyth nelle quinte, per porre fine alla prolungata angoscia di Giorgio e del pubblico, si diede ad applaudire rumorosamente; e l’umiliato prestigiatore se ne andò rapidamente, mentre dalla tasca posteriore della sua marsina sporgeva il capo, con occhio curioso e perturbato, un coniglio.
Dietro le quinte il Reverendo tentò di confortarlo:
«Ma via! Non disperarti così. Non c’è poi stato tanto male!» disse giovialmente battendogli sulle spalle. «Ti ha fatto confondere quella scioccherella che rideva in prima fila!»
«Ma no; ma niente affatto!» dichiarò Giorgio asciugandosi il sudore. «E’ stato quel maledetto uovo.»
«Ah, già! l’uovo,» disse il Reverendo coprendosi la bocca col programma.
«E quando mai m’è venuta l’idea del coni-