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142 | annie vivanti |
condò con un braccio le esili spalle della bambina; e tacque.
«E allora?»
«E allora, perchè gridava, la presero.... e la legarono.... a una ringhiera.»
«La legarono a una ringhiera?! Che infamia!» esclamò Eva. «Che crudeltà!»
«Ah, sì! Erano crudeli,» mormorò la fanciulla e il memore terrore le riapparve negli occhi. Poi si volse, quasi per cercar rifugio, all’altra donna, quell’alta e nera figura silenziosa che fissava con occhi sognanti il fuoco.
«Luisa!» invocò a voce bassa. Ma quella non si mosse.
«Ma voi,» continuò Eva, appassionata di sapere di più, «avevate paura anche voi?»
«Sì. Avevo paura.»
«Allora cosa avete fatto? Siete fuggita?»
«Non so... non ricordo. Non ricordo nulla...» ansò la fanciulla. E tale era il terrore e l’angoscia in quel giovane viso che Eva non osò chiedere altro.
«Perdonatemi,» balbettò. «Forse non avrei dovuto parlare di queste cose... Mi perdonate?... Ditemi che mi perdonate... Chérie!»