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vae victis! 139

strata a’ suoi piedi — e le lunghe vesti nere si spandevano come un cerchio di lutto intorno a lei — era la maggiore delle tre, il volto e le braccia levate in gesto disperato verso la figuretta immota. Era la sua voce singhiozzante quella che Eva aveva udito. E in piedi accanto a loro, tenendo alto tra le mani giunte un piccolo crocifisso d’oro, l’altra — la giovanetta che aveva sorriso — pregava: «Sainte Vierge, aidez-nous! Mère de Dieu, faites le miracle!»

Ma immobile, senza udito, senza sguardo, la bambina per cui le donne pregavano rimaneva ritta e rigida, cogli occhi spalancati fissi nel vuoto.

Eva sentì serrarsi il cuore e indietreggiò, richiudendo piano la porta. Indi, dopo un istante d’esitazione tornò a bussare, un po’ più forte.

Quasi subito una voce tremante rispose: «Entrez.»

Ora erano in piedi tutte e tre, ma la più grande aveva ancora il volto rigato di lagrime.

«Non vorrei disturbarvi,» balbettò Eva sulla soglia. «Venivo per restare un pochino con voi.»

La seconda, quella che capiva l’inglese, si fece subito innanzi con un pallido sorriso riconoscente.

«Grazie, signorina, ne saremo felici.» Ed Eva entrò e chiuse la porta.