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136 | annie vivanti |
«Lo so. E lo vorrei. Vorrei poter essere gentile ed affettuosa, vorrei incoraggiare i figlioli alla bontà verso di loro. Ma c’è qualche cosa — qualche cosa negli occhi di quelle donne, che mi fa orrore. E non posso, non posso vedere Eva a contatto con loro. Non so spiegarti questo istinto — ma è più forte di me.»
Vi fu un breve silenzio.
«Non ti nascondo,» disse suo marito, «che a me sembra un istinto egoista e crudele.»
Ella si alzò in piedi e di nuovo una vampa dolorosa le salì alla fronte.
«Dovremo dunque sacrificare la purezza d’animo di nostra figlia a queste estranee? Immolare a loro la sua ignoranza del male? E’ possibile che sia nostro dovere incoraggiare dei rapporti che potrebbero strappare dai suoi occhi il candido velo dell’innocenza?»
«Non lo so,» rispose grave il signor Whitaker. «Mi pare che qui ci troviamo di faccia ad uno dei mille problemi creati dalla guerra. Un problema minore se si vuole, ma tuttavia un problema. Secondo me, una ragazza che oggi è chiamata a curare i feriti — i feriti nel corpo e nell’anima — non può più vivere nella bella e puerile ignoranza d’una volta... La vera carità non può essere cieca. Per poter compatire