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vae victis! | 127 |
avere udito; teneva i grandi occhi sbarrati, fissi in volto alla sconosciuta signora Mulholland, nè sembrava accorgersi che altri fossero intorno a lei.
Giorgio si fece anche più rosso in viso e si rivolse verso il terzo spettro. Tossì nuovamente, e ripetè la sua domanda:
«S’il vous plaît Londres?»
Allora accadde una cosa strana.
Il terzo spettro — sorrise!
Fu un vero sorriso, un sorriso radioso, un sorriso a fossette che trasformò subitamente lo spettro in una fanciulla incantevole.
«Merci. L’Angleterre nous plaît beaucoup;» diss’ella in francese per non offendere il suo interlocutore. Poi soggiunse in un inglese timido e corretto: «Abbiamo trovato che Londra è molto bella.»
«Oh! guarda!» esclamò la signora Whitaker in tono risentito. «Ma voi sapete dunque l’inglese?»
E la sua voce esprimeva lo stupore e l’offesa di chi vede altri adoperare senza suo permesso una cosa di sua esclusiva proprietà.
«Un poco, signora,» mormorò la giovanetta. E sotto lo sguardo austero della signora Whitaker il soave sorriso svanì, le fossette spar-