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vae victis! 125


«Ma come? Basta così?» chiese sua madre.

«Sì, sì; basta,» assicurò Giorgio.

La signora Whitaker si avviò ma Lady Mulholland la raggiunse.

«Non sarebbe meglio che facessimo entrambe un giretto in giardino.... passando casualmente pel boschetto?»

E fecero così.

Giorgio le seguì a distanza, ed Eva gli si attaccò al braccio; ella era molto superba del suo bel fratello soldato.

Entrarono tutti nel boschetto, dove tre figure vestite a lutto sedevano su una panca.

«Misericordia!» esclamò a bassa voce Lady Mulholland. «Sono macabre davvero. Quasi quasi mi sembrano peggiori dei miei Pitou.»

Le tre nere figure si levarono lentamente in piedi; poi stettero immobili e silenziose. Lady Mulholland si avvicinò sorridente, ma provò subito uno strano turbamento quando i suoi occhi incontrarono quei tre paia d’occhi cupi e profondi che la fissavano senza sorriso. Anche lei si trovò a fissarli come allucinata.

La signora Whitaker rivolse loro la parola in inglese, parlando molto forte coll’idea di farsi capir meglio. Ma pareva che non la udissero.

Certo non fecero alcun tentativo per rispondere alle sue amabili osservazioni sul tempo.