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vae victis! 123


«Lo so io,» interpose Giorgio. «Sono laggiù nel boschetto;» e additò una folta macchia di roveri a fianco della casa.

«Va a chiamarle, figliolo caro,» disse sua madre.

«No, grazie,» rispose lui.

«Vado io,» esclamò Eva. E corse traverso l’erba, scansando le aiuole fiorite e falciando l’erba colla racchetta.

«Deliziosa creatura,» esclamò con esuberante entusiasmo Lady Mulholland seguendo cogli occhi l’agile siloetta. Indi, fermando sulla maschia figura di Giorgio uno sguardo anche più ammirativo, ripensò a Kitty. «Bisognerebbe,» sospirò, «che le nostre care figliole si vedessero un po’ più di sovente....»

La signora Whitaker lanciò sul profilo dell’amica un’occhiata penetrante. «Furbacchiona intrigante,» pensò tra sè; e forte disse: «Hai ragione, carissima. Non appena Giorgio sarà partito per Aldershot conto di vedere qui tutti i giorni la tua Kitty.»

«Brutta maligna,» riflettè Lady Mulholland; e ad alta voce rispose: «Verrà con gioia. Si amano tanto le nostre figliole!»

Giorgio si era avviato dietro alla sorella verso il boschetto; ma già Eva riappariva — sola.