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vae victis! | 119 |
VII.
Ben presto in Pinner l’entusiastica infatuazione per i profughi si calmò. Lo slancio di generosità esagerata cadde; e quando nelle case si riunivano le signore a lavorare per i soldati, e a raffrontare i Belgi da loro ospitati, si notava una mal celata amarezza in coloro che ne avevano in casa, e un tono di sorridente compatimento da parte di chi non ne aveva.
Si parlava dei profughi quasi come di una malattia; un estraneo avrebbe potuto credere che si trattasse degli orecchioni o delle febbri malariche.
«Pare dunque che la povera Lady Osmond li abbia.»
«Ma davvero?»
«Sicuro. Ed anche la povera signora Whitaker.»
«La signora Whitaker? È possibile?»