Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
106 | annie vivanti |
Tutte e tre avevano, sotto alle ravviate chiome grige, il viso ancora giovane; tutte e tre avevano entro il severo petto verginale un cuore impressionabile e tenero; tutte e tre avevano attraversato l’esistenza, contegnose ed impeccabili, senza deviare mai dalla più rigorosa anglosassone convenzionalità.
Erano sublimemente ingenue, divinamente caritatevoli, e inflessibilmente austere.
«È piacevole cosa, invero,» ripetè Miss Julia colla sua voce in falsetto un po’ querula. Essa era la più giovane delle tre — aveva appena quarantacinque anni — e sua sorella e l’amica la trovavano di vedute assai moderne. «Ammetto che anche sul Continente non si sta male, se si passa l’estate nella Svizzera e l’inverno a Montecarlo —»
«Oh! Julia, cosa dici!» interruppe scandolezzata Miss Jane. «Perchè parli di Montecarlo? Se non ci siamo rimaste che un quarto d’ora?»
«Tanto peggio!» ribattè la ribelle Miss Julia. «Dovevamo rimanerci di più. Il mare era di un’azzurrità di sogno, e le toilettes di quelle donne! — una rivelazione! Tuttavia, come dicevamo, l’Inghilterra resta pur sempre....»
Noi tutti sappiamo ciò che resta sempre per il