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102 | annie vivanti |
«Non fate il vecchio cammello,» soggiunse Von Wedel col braccio intorno al collo di Chérie, che vacillava, livida, tramortita, cogli occhi semispenti.
«Vae victis! Se non siamo noi, sarà qualcun altro.» E additando Glotz: «Sarà quello scimunito lì! Guardatelo! Guardatelo già tutto arzillo ed aspettante! Arrectis auribus!... Vero, Glotz?... O allora saranno i nostri soldati ubbriachi,» e additò la finestra infranta, nera breccia aperta sul buio della notte. «Li sentite?...»
Fischer ascoltò. Di fuori i soldati mugghiavano «Die Wacht am Rhein.»
Il ragionamento di Von Wedel gli parve persuasivo.
«Vae victis!» sospirò, ingurgitando un altro bicchiere di cognac e sogguardando di traverso Luisa che seguiva con occhi stralunati ogni sua movenza. «Se non io.... Glotz.... o qualcun altro.... soldati ubbriachi....»
S’avanzò barcollando verso di lei che si aggrappava disperatamente alla porta. «Guai ai vinti, mia povera donna!... Sigillo della Germania.... ordini superiori.... — Perchè dovrei fare il vecchio cammello?...»