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vae victis! 101

«Olà! siete impazzito?» disse Von Wedel andando vicinissimo a Fischer e guardandolo dall’alto in basso con fare provocante e minaccioso.

«Ho detto di lasciarla stare,» sbuffò il capitano; «questi sono i miei ordini. E voi, tenente Von Wedel, se non mi ubbidite dovrete rispondere a chi di ragione.»

«Vecchio scimmiotto! Vecchio cammello ammuffito!» urlò Von Wedel. «Ah! ne dovrò rispondere, io? Ma se siete ubbriaco, voi! Ubbriaco fradicio. E sono ubbriaco anch’io. E me ne infischio di voi e dei vostri ordini.»

E strappando il braccio di Chérie alla stretta di Fischer, lo spinse violentemente all’indietro.

«I vostri ordini....» balbettò l’inebbriato Feldmann, pronunciando a stento le parole e poggiando la sua mano sulla spalla stessa di Fischer per tenersi ritto, «i vostri ordini.... contraddizione diretta con altri ordini... ordini superiori.... che abbiamo ricevuti. Vero?... eh, Von Wedel?» E tentennò la testa, strizzando l’occhio a Fischer. «Sigillo della Germania.... da imprimersi sul paese nemico.... Sigillo della Germania.... Andatevene. Non venite qui a seccarci.»