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vae victis! | 97 |
Con un singhiozzo Chérie si portò il bicchiere alle labbra.
Luisa piangeva torcendosi le mani. «Vili... vili....» gridava; mentre Mirella avvinghiata alle sue vesti fissava con occhi sbarrati la scena.
Il capitano Fischer guardò di sottocchi Luisa.
«Mia Samaritana....» balbettò colla lingua già spessa; «mia suora di carità...»
Si alzò e le si fece vicino con un ebete sorriso. Mirella si scagliò contro di lui come una piccola selvaggia.
«Andate via!» strillò. «Andate via!».
Il signor capitano la prese senza brutalità per le esili spalle.
«Le piccole bambine....» borbottò, «a quest’ora... devono essere a letto. Le mie bambine sono già a letto da un pezzo.»
Luisa torse le mani convulse. «Vi supplico, vi supplico! Abbiate pietà di noi! Lasciateci andar via.... La casa è vostra, ma lasciateci andar via...»
L’ufficiale la guardava con aria istupidita, arricciandosi i baffi grigi. «E dove volete andare?» domandò.
«Nelle nostre camere,» balbettò Luisa.
«Ma non ne avete voi di camere!» fece il capitano, con un sorriso ambiguo. «Sono no-