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vae victis! | 93 |
«Queste donne cosa sono?» chiese Feldmann guardandosi attorno. «Paiono ballerine.»
«Quella,» fece Von Wedel additando Luisa, «è la Niobe piangente; e quella» — indicando Mirella — «è la piccola Furia. E questa» — prendendo Chérie per il polso e tirandola a sè — «e questa è la mia adorabile cognatina...»
«E questa è la Vedova Cliquot, ’85» — interruppe Glotz, entrando rapido con molte bottiglie polverose in braccio, e intromettendosi come per caso tra Chérie ed il suo tormentatore.
Gli uomini rivolsero subito tutta la loro attenzione ai vini, e mandarono Glotz ripetutamente in cantina a cercarne dell’altro.
Vollero del Martel; poi vollero del Kirsch; poi del Pernod. Dopo di che vollero dell’altro champagne, e degli altri sandwich che Luisa andò a preparare. Poi vollero il caffè che Feldmann insistette a voler fare lui stesso sopra una lampadina a spirito. Rovesciarono la lampadina sulla tovaglia, e i tovaglioli di carta velina presero fuoco. Allora li gettarono per terra e li spensero calpestandoli nel tappeto.
Von Wedel sedette al pianoforte e cantò: «Traum durch die Dämmerung» mentre il capitano con lamentìo fioco faceva il coro. Quindi