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86 annie vivanti


no la carne e lo spirito. Essa era un’amante spaventosa, mostruosa.

Aveva sopratutto la fissazione, l’ossessione continua della sua età, del suo declinare fisico a raffronto della mia giovinezza.

La mia giovinezza! era per lei un delitto. Pur essendo la fonte unica della sua passione per me, ella la odiava e la temeva.

— Come sei giovane! come sei giovane! — sospirava in un singulto, carezzandomi la fronte. — Che meraviglia!... — E poi, abbassando la voce: — E che orrore! ah, che orrore!...

E si abbatteva su me con una frenesia in cui vi era quasi dell’odio.

Era costantemente preoccupata della sua apparenza, del suo aspetto di fronte a me.

— Non guardarmi, non guardarmi! — esclamava sovente, quando io rivolgevo gli occhi a lei. — Vorrei che tu non mi vedessi!

E soggiungeva piano: — Vorrei che tu... non ci vedessi!

Questa idea divenne una manìa, una fissazione. Non volle ricevermi che di sera. Ci incontravamo quasi sempre nelle tenebre. Se arrivavo di giorno ella teneva chiuse le imposte e abbassate le tende; poi, anche di sera velava di rosso cupo i lumi; o li spegneva.

Io ne soffrivo. Aborrivo tutto quel buio.