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84 | annie vivanti |
XVIII.
— Io conobbi Rosàlia (da voi si fa chiamare Raimonda?...) quattro anni fa.
Io allora ci vedevo.
La trovai al letto d’agonia di un giovane ch’era stato mio compagno di scuola: Angelo Silvani. Forse ne avete sentito parlare: era quel violinista che si avvelenò, così drammaticamente, durante un suo concerto... tra un pezzo e l’altro... Ricordate? Tutti i giornali ne parlarono.
Non so perchè egli volle quella fine orribile e sensazionale. Non so perchè Rosàlia si trovasse presente alla sua agonia. Essa non me l’ha mai detto. So che, vedendola per la prima volta a quel capezzale di moribondo, ella non mi piacque; la trovai quasi brutta, insignificante, trascurabile.
La sera che Angelo spirò eravamo in molti vicino a lui. Ella d’un tratto diede un urlo e mi cadde svenuta ai piedi. Mio padre ed io