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70 | annie vivanti |
Vi fu un breve silenzio tra i due giovani; indi Alberto spinse di nuovo verso il suo visitatore la grande poltrona di cuoio.
— La prego, segga!
Ma l’altro nuovamente si scansò.
— Grazie, — disse. E soggiunse con una risatina amara: — È curioso che a noi, ciechi, non è mai consentito stare in piedi, neppure un momento. Tutti, non appena ci scorgono, si affrettano a spingerci in una seggiola o una poltrona. È un fenomeno curioso...
— Perdoni, — fece Alberto un po’ mortificato. E rimase anche lui in piedi, in faccia all’altro, turbato da quello sguardo che, pur essendo spento, sembrava fisso in lui.
Dopo un attimo di silenzio il giovane cieco riparlò.
— Ella conosce il mio nome? Mi chiamo Adriano Scotti.
— Felicissimo! — fece Alberto e stese la sua mano. Ebbe poi un momento di umiliata tristezza poichè l’altro non si era accorto di quel gesto. La mano gli ricadde lungo il fianco.
— Ella, se non erro — continuò Adriano Scotti, — sta facendo il ritratto di una signora... di una signora che io conosco...
— La baronessa Ferrari?