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38 | annie vivanti |
movente di ingenua dolcezza, domani spaventosa di delirante lussuria.
Egli la lasciava a tarda notte sopita in un letargo mortale, quasi inabissata nell’inerte stupore di un ipnotico; e, dopo qualche ora, la ritrovava, lieta e candida, gaia e fanciullesca.
Nei soleggiati meriggi uscivano insieme ed ella era con lui saggia e positiva, consigliatrice affettuosa, amica dolce e quasi materna.
Nei ritrovi mondani si rivelava la dama spirituale e corretta, di una dignità calma e irreprensibile...
E la sera, ecco! gli si abbatteva tra le braccia, empia e violatrice, iena, furia, vampiro!
Alberto ne fu avvinto e travolto. Egli che fino allora, con altre donne, era sempre stato un amante blando, temperato e sufficiente, con lei divenne un vulcanico amatore, un amante sovrumano e trascendentale. Turbini e tempeste gli scotevano i nervi. Ed egli sentiva di essere un uomo speciale, prescelto, eletto! Sentiva di essere un dio.
Andava intorno per la città con aria spavalda e sprezzante; disdegnava le donne, in-