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134 | annie vivanti |
raffigurava uno spaventoso Vecchio — calmo e inesorabile, colla clessidra e la falce — che teneva per mano una Donna, trascinandola verso la nubilosa vallata della Morte.
«Ebbene, quel bieco Vegliardo mi ha raggiunta; mi ha afferrata, mi trae con sè; ed io non mi posso fermare.
«A me nemico, a te consolatore — il Tempo urge ed incalza. A te reca il balsamo per tutte le ferite, a me porta ogni ora una ferita nuova. Te spinge alle soleggiate vette della gloria e della felicità, me trascina nelle gelide nebbie del crepuscolo. Te innalza; me soffoca e atterra.
«Per me, o mio amante, la falce s’abbassa. La clessidra si vuota.
«La clessidra che si vuota!... È un pezzo che l’ho sempre davanti agli occhi quella visione! È un pezzo che guardo, terrorizzata, la sabbia che scorre e fugge e cala; i giorni, le ore, i minuti che precipitano nel nulla, irrichiamabili, perduti.
«La clessidra che si vuota!
«Tu, mio diletto, non la vedi. Tu hai sugli occhi la benda meravigliosa e abbagliante della gioventù.
«E perciò tu non hai capito — non potevi capire — le mie angoscie, le mie frenesie... la mia fretta! Non capivi perchè io volessi