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...sorella di messalina | 105 |
ch’egli s’imaginava di dibattersi in quell’ombra molle e mostruosa, mentre al di là, dove egli non era, dov’egli non avrebbe mai più potuto giungere, gli altri si muovevano nella luce. Gli altri lo guardavano, lo vedevano... Tremendo pensiero!
Cercò e trovò le mani fredde e magre dello sventurato; le trasse a sè; in un singhiozzo irrefrenabile si chinò a baciarle. Le mani gelide e umidicce si ritrassero lentamente dalle sue.
E la voce bassa e vibrante riprese a narrare).
— Weill voleva tirarsi una rivoltellata. Io glielo vietai.
Egli, seduto sul mio letto, sorreggendomi col braccio intorno alle mie spalle, colla sua guancia bagnata di lagrime appoggiata al mio viso, mi spiegò che i raggi ultra-violetti producevano sulla retina e sul nervo ottico delle profonde lesioni. Quella sorgente luminosa così intensa e penetrante provocava l’emorragia del fondo oculare, la paralisi delle cellule e la loro morte. Tuttavia queste lesioni non si esplicavano fulmineamente, bensì dopo un periodo di latenza più o meno lungo. Così per alcuni giorni non se ne avvertiva la