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sgustano, la vista delle cose tristi, delle cose triviali, delle cose nefande!...

Urlavo così, fissando nel fulgore cremisi i miei occhi sbarrati. Ora nelle mie pupille si accendevano sprazzi di rosa... s’infiggevano pugnalate di rosa... il mondo era un immenso incendio rosa!...

E adesso intorno al rosa appariva un cerchio viola, d’un viola cupo, d’un viola folle, d’un viola non mai veduto!... Ed ora mille altri colori balenavano saettavano sprizzavano intorno a me. Ero circondato di fuoco multicolore, di fuoco verde, di fuoco bianco, di fuoco nero... e traverso tutto questo balenìo questo lampeggìo questo sfolgorìo policromo, sempre delle pugnalate di rosa mi si figgevano nelle pupille...

D’improvviso tornai in me. Con un urlo volli distogliere lo sguardo da quella voragine rosata; non potevo; le mie pupille erano inchiodate, avvitate a quel rutilante braciere.

Sentii Alessi che gridava: — Cosa fai? Vieni via, vieni via!

L’universo turbinò...

Udii delle grida, degli urli, udii... non so che cosa...

Caddi in avanti, prono, colla faccia in quel barbaglio rosa, colla faccia sulla lastra accesa... spezzandola!