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96 | annie vivanti |
— Ah! — fece ella in un singulto che si perdette nel clamore che ci attorniava, — vorrei, vorrei... non so che cosa vorrei!... Ma mi pare che darei la vita perchè tu non mi vedessi più, mai più! E perchè tu non vedessi... — i suoi sguardi si fermarono su Ralli, ridente e riversa tra le braccia di Weill — ah! soprattutto perchè tu non vedessi mai nessun’altra donna!
Io l’ascoltavo smarrito, titubante, con la testa in fiamme. Non so che cosa essa volesse dire, non so che cosa io volessi fare. Certo ero ubbriaco, ero completamente ubbriaco.
— Tu vorresti... vorresti?... — balbettai. E tacqui.
Come un’eco uscì dalla sua bocca anelante e aperta:
— E tu?... Vorresti?... vorresti?...
Un immenso brivido mi scosse. Le afferrai il gracile polso.
— Dillo! dillo il tuo pensiero! Spaventosa e iniqua creatura!... dillo... dillo ciò che vuoi... dillo ciò che tu pensi!
Ella taceva, fissandomi colle pupille dilatate. Un fiotto vermiglio le correva sotto la pelle. Era tornata bella; era tornata subitamente meravigliosa e magnifica.