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Naja Tripudians | 65 |
farti compagnia, — disse la signora, posandogli sui morbidi capelli biondi una mano guantata.
Egli ritrasse con impazienza il capo. — Non parlarmi di Gerardo. Se non sapessi ch’è un rimbambito direi che è un degenerato. Quelle donne gli piacciono! È incredibile!... — E Totò rabbrividì come a un pensiero immondo.
Lady Randolph sorrise e gli sedette accanto.
— Adorato Totò, sei di cattivo umore?
L’adorato Totò non rispose.
— E Moses? — chiese la signora, volgendosi a guardare un enorme gatto bianco, che gonfio e torpido sul tappeto, russava come un vecchio signore troppo pingue. — È contento?
— Sì, sì; è contento, — disse il giovane, imbronciato; — ma se non ero io, nessuno ci pensava.
E alzandosi e stirando le lunghe membra, traversò la chiara e vasta sala e si affacciò alla vetrata.
— Cos’è accaduto, Totò, per infastidirti così? — chiese Lady Randolph seguendolo alla finestra.
— J’ai le cafard, — rispose Totò.
— Ma perchè?
— Perchè sono stucco e stufo.
A. Vivanti | 5 |